In questi giorni ho ordito una riflessione puntuale sulla questione lettura –libri- lettori. L’ho fatto stimolata da un’amica che iscritta a diversi canali social sul tema mi riportava che al pari del cibo, anche per la lettura è sempre più di moda una sorta di esposizione mediatica del libro che spesso riduce l’oggetto al pari di un feticcio. Ci sono canali di persone che postano le loro letture, libri, librerie, e via dicendo in un escalation di contenuti molto liquidi e veloci, che secondo me si mal prestano all’argomento che trattano.
Probabilmente si mal prestano anche se pensiamo al cibo, che da strumento per il nostro sostentamento e benessere è diventato una sorta di scelta blasé per rivendicare uno status, e forse per le vite delle persone stesse che da diversi anni sono diventate oggetto di piattaforme di comunicazione mal utilizzate.
Io ho non ho una vita social, tranne che per un canale twitter semi abbandonato. Ho deciso, rispettando anche una mia forma di timidezza di fondo, che la mia vita era già abbastanza complicata da gestire sull’off-line e questa trasposizione non avrebbe giovato al mio benessere. Quindi parlo forse senza cognizione di causa, però sento di non poter ritenere affidabile una persona che legge Guerra e Pace in due giorni, o posta sul suo canale sette libri a settimana recensendoli come fossero il bollettino meteo.
Credo non sia possibile. Sono dell’idea che la lettura vada oltre l’esercizio del leggere in sé, ma sia un processo di assimilazione profondo, astrazione fantastica, riflessione anche e che ci sia un tempo necessario perché la storia decanti e entri dentro di noi. Il tempo poi è variabile ovviamente, a volte la brama della lettura ci rapisce tanto che finiamo per consumare i libri più che leggerli, e anche a me succede, ma non sono certa possa andare sempre così.
Se va sempre così credo diventi un mero esercizio di stile, un volteggio narcisistico, una masturbazione volta ad ottenere pacche sulle spalle e riconoscimenti pubblici. Con questo non voglio negare la parte narcisistica che coinvolge tutti (me compresa). L’accumulo di libri, il creare la propria libreria, il condividerla, essere letti e apprezzati è una cosa gratificante e bella, ma questo non sostituisce la vera esperienza del leggere che ognuno di noi vive nella bellezza della solitudine.
Comunque ovviamente ho fatto tutto questo panegirico pesantissimo, per giustificare il fatto che ho appena finito David Copperfield. Questo mi rende una lettrice non all’altezza dei tempi, ci ho messo quasi due mesi a terminarlo, mesi nei quali però ho accumulato una serie di attività meno piacevoli e più orientate al disagio, come lavorare in modo matto e disperato, deprimermi, farmi venire attacchi d’ansia, comprare un’aspirapolvere nuova, curare il cane. A breve vi illuminerò sul perché tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero leggere il buon David Copperfield.